Nelle varie sedi, il Consiglio puniva tutte le infrazioni alla regola cosa impossibile quando si era sul campo di battaglia nonostante fosse richiesto il buon esempio. Il Consiglio si riuniva ogni settimana e in questi incontri
venivano prese anche decisioni importanti per l'Ordine anche perché aveva una forte connotazione democratica. Alle riunioni tutti i cavalieri si dovevano presentare dotati di mantello e, dopo un Pater Noster, il Templare col grado più elevato apriva la seduta: successivamente erano chiamati tutti i cavalieri che si erano mancati di colpe con l'obbligo di inginocchiarsi ed ammettere la loro colpa. Quando si raggiungeva un accordo sulla pena da infliggere, il conduttore della seduta doveva riportare il fratello nella grande sala, dato che in precedenza era stato allontanato, e sentiva la decisione; il condannato, però, non poteva sapere chi lo avesse denunciato anche per evitare “scismi” interni all'Ordine. Le sedute del consiglio erano segretissime. E' importante ricordare che le colpe di cui si discuteva nel consiglio, erano solo violazioni ai regolamenti e non scaturivano quindi dalla confessione. Le punizioni andavano da un semplice rimprovero all'espulsione dell'Ordine: quest'ultimo atto era estremo, infatti spesso si mandava il fratello in Terra santa.
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