venerdì 6 settembre 2013

ORGANIZZAZIONE TEMPLARE

La struttura fondamentale del mondo templare era caratterizzata dalla domus, magione o anche detta Precettoria il cui responsabile era il precettore: vi erano di grandi e minori che si trovavano in zone rurali e che gestivano fattorie. Quelle maggiori invece si trovavano in città e che avevano nelle dipendenze altre case. L'unione di precettorie formavano la balia e più balie davano vita alla provincia. A capo delle domus e delle balie vi era il precettore, a capo delle provincie il Gran Maestro Provinciale e sopra di tutti vi era il Gran Maestro dell'Ordine dei Templari indicato con un termine non universalmente riconosciuto dagli storici. La prima provincia a nascere fu la Francia nel 1130 comandata dal Maestro Provinciale Payen de Mondidier. Il Gran Maestro dal 1156 al 1169 Betrand de Blacquefort notò che la proliferazione di molte case templari rendevano impossibile il riferirsi solamente al maestro della Terra Santa. Le donazioni comportavano una sorta di autonomia amministrativa che permettevano il raggruppamento dei possessi Templari in province con a capo un precettore, controllato da un procuratore generale e da un visitatore cismarino una sorta di Maestro d'Occidente che a differenza delGran Maestro Generale dell'Ordine aveva solo compiti di controllo. La Gerarchia del Tempio può essere riassunta secondo la versione francese della regola di San Bernardo da Chiaravalle:
Gran Maestro (art. 77-80): la carica poteva essere mantenuta per tutta la vita, spesso il Gran Maestro era il primo a morire in battaglia come accadde a Gerard de Ridefort che nel 1189 fu decapitato da Saladino nell'Assedio di San Giovanni d'Acri. Il Gran Maestro doveva guidare i templari in battaglia combattendo in prima linea; si ricordi l'esempio di Bernard de Tremelay che guidò quaranta cavalieri attraverso una breccia aperta nelle mura della città di Ascalona. Il Gran Maestro gestiva tutte le operazioni sia in Europa sia in Terra Santa e curava gli accordi economici in Europa. Spesso furono dei pessimi strateghi, come nel caso di Ridefort che contribuì alla disastrosa sconfitta dalle conseguenze nefaste ai corni di Hattin. Come si eleggeva il Gran Maestro? il Maresciallo del Tempio nominavano due cavalieri che a loro volta nominavano altri due cavalieri: i quattro cavalieri ne eleggevano altri due e così via fino ad arrivare a dodici proprio come il numero degli apostoli che nominavano un "cappellano" che rappresentava, ovviamente solo da un punto di vista prettamente simbolico, Gesù. I tredici uomini si riunivano in una sorta di conclave e la decisione, ratificata dal Capitolo Generale composto da tutti i cavalieri, era inappellabile;
Siniscalco (art. 99-100): aveva il compito di amministrare i beni del Tempio e doveva sostituire il Gran Maestro durante i periodi di assenza;
Maresciallo (art. 101-103)
Commendatore del Regno di Gerusalemme (art. 110)
Commendatore della Città di Gerusalemme (art. 120-124)
Commendatore di Tripoli e di Antiochia (art. 125-126)
Drappiere (art. 130-131): aveva il compito di occuparsi di vesti ed equipaggiamento
Commendatore delle Case (art. 132-136)
Commendatore dei Cavalieri (art. 137)
Fratelli cavalieri e sergenti del Convento (art. 138-141)
Turcopoli (art. 169-172)
Gonfaloniere (art. 177-179): era adibito al trasporto del vessillo durante le battaglie
Fratelli Sergenti commendatori delle case (art. 180)
Fratelli Domestici (art. 181)
Fratelli Infermieri (art. 190-197)
Come si può notare facilmente, la gerarchia feudale rispecchiava fedelmente la struttura del Tempio. Tuttavia la gerarchia precisa è diversa da avere in quanto il continuo espandersi dell'Ordine comportava anomalie nell'applicazione dei titoli. Comunque possiamo affermare che tutta la fabbrica templare ad ogni grado e ad ogni compito aveva come obbiettivo principale quello di mantenere una élite militare, che era una
minoranza dei cavalieri, pronta ad entrare in azione. Mantenere un tale assetto naturalmente obbligava i templari ad accumulare ricchezze: la sola bolla pontificia Omne Datum Optimum non poteva fornire sufficienti ricchezze (anche se assicurate) pertanto i templari iniziarono ad usare metodi che gli permisero di raggiungere ricchezze al di là di ogni altro regno: in pochissimo tempo divennero talmente importanti da divenire principali creditori dei sovrani europei. Le casse del tempio iniziarono a riempirsi nel momento in cui nuovi membri si univano all'Ordine in quanto dovevano essere versati o somme di denaro o cedute proprietà perché tutti quelli
che volevano indossare il mantello di Cristo dovevano fare voto di povertà. In tutte le loro case vi era denaro che veniva prestato ai pellegrini spagnoli che volevano viaggiare fino alla Terra santa. Il prestito doveva avvenire senza interessi in quanto l'usura era assolutamente vietata dalla Chiesa ma era ammessa
solamente se poi finalizzata ad opere di bene. Fornivano servizi di intermediazione bancaria e cambio valute facendosi pagare una commissione...come dire...fatta la legge, trovato l'inganno! Nel corso della sua esistenza l'Ordine Templare svolse, difatti, sostanzialmente tre azioni: l'attività militare, la coltivazione delle terre, la gestione di sistemi economici e finanziari. Queste azioni furono consentite dalla formazione di un'imponente struttura territoriale, organizzativa ed economica, che interessò non solo il Vicino Oriente, ma anche una grande parte delle regioni europee. Il mantenimento di un ingente gruppo di armati in Terra santa richiedeva infatti un adeguato sforzo produttivo anche sul continente europeo, non solo per rifornire di vettovagliamenti
le milizie, ma soprattutto per sostenere i costi legati alle armi, ai cavalli, alla flotta navale, alle attrezzature di servizio e alla costruzione di edifici e fortificazioni. I Templari usarono in realtà una cospicua parte delle loro ricchezze per costruire numerose fortificazioni in tutta la Terra santa. In questa prospettiva la crescita dell'Ordine, che inizialmente si era retto sulle donazioni dei primi cavalieri, fu ben presto accentuata dal favore del papa Innocenzo II, che aveva concesso all'Ordine la totale indipendenza dal potere temporale, compreso l'esonero dal pagamento di tasse e gabelle, oltre al privilegio di rendere conto solo al pontefice in
persona e alla possibilità di esigere le decime. L'aumento di ricchezza, corrispondenza ad un aumento di potere tanto da gestire le casse di stati importanti come la Francia, basti pensare che proprio alla corte del re francese Filippo il Bello il tesoriere era un templare. Il potere crebbe a dismisura nel giro di pochissimi anni tanto da attirare la preoccupazione di altri ordini, della nobiltà e delle monarchie le quali cercavano di
arrivare al monopolio delle banche e del denaro. Le tenute dei Templari erano enormi sia in Europa sia in Medio Oriente con l'isola di Cipro. Si racconta che durante la crociata di Luigi VII, il Re di Francia arrivò ad Antiochia e chiese assistenza finanziaria ai Templari. Il Maestro dell'Ordine, Evrard des Barrès, fece il necessario. Il Re di Francia scrisse al suo intendente parlando dei Templari:
«Noi non possiamo immaginare come si possa sopravvivere in
questi paesi [Oriente] senza il loro aiuto ed assistenza. (...) Vi
informiamo che ci hanno prestato a loro nome una somma
considerevole. Questa somma gli deve essere resa (...)».
La somma in questione ammontava a 2.000 marchi d'argento. I templari divennero quindi i primi banchieri d'Europa, talmente abili da dotare ogni commanderia di depositi di denaro. La lettera di cambio è una invenzione proprio dei Templari che rivoluzionò il modo di trasportare denaro. Fino ad allora il pellegrino o un semplice commerciante che magari doveva fare centinaia di chilometri per arrivare nelle ferie doveva
girare con la sua sacchetta piena di denaro con il rischio certo di essere depredato di ogni ricchezza e nella peggiore ipotesi di morire. Cosa succedeva allora? Quando un pellegrino voleva partire, si recava presso una
commanderia templare e depositava la sua somma: il fratello Tesoriere gli consegnava una lettera
con scritto l'importo che era stato depositato. La lettera che veniva sempre autenticata dal sigillo, fu chiamata "lettera di cambio" altrimenti detta "cambiale". In questo modo il pellegrino poteva viaggiare senza portare denaro con se e quindi in totale sicurezza. Arrivare a destinazione era questione di fortuna: i viaggi erano lunghi, pericolosi ed estenuanti e molti prima di partire redigevano testamenti; una volta giunti a
destinazione si recava in una qualsiasi commanderia templare e riceveva l'intero importo in moneta locale con una piccola sovrattassa che non va considerata come interesse ma come pagamento per il servizio. La parte più significativa dei Cavalieri templari si dedicava tuttavia alle azioni militari ed erano probabilmente le unità da combattimento meglio addestrate e disciplinate del proprio tempo, precursori dei moderni corpi speciali o unità d'élite, identificabili, almeno per quanto riguarda i Templari delle origini, in una forma embrionale dei corpi di protezione civile e di difesa civile. A sostegno del corpo militare dell'Ordine venivano aggregate truppe ausiliarie, anche mercenarie, come i Turcopoli. Ciascun cavaliere disponeva sempre di due o tre sergenti che lo accompagnavano in battaglia e un gruppo di sei o sette scudieri per assisterlo sia in tempo di pace che di guerra, nonché di più cavalli. A differenza della totalità degli altri ordini monacali, non sembra che i Templari abbiano dedicato una parte significativa del loro tempo all'elaborazione di testi o documenti, religiosi o d'altro genere: a parte le copie della Regola che ci sono pervenute, non lasciarono tracce consistenti del loro pensiero;  in ogni caso, la damnatio memoriae a cui furono soggetti avrebbe nel tempo cancellato le loro produzioni. Il maggiore influsso dei Templari non fu comunque di tipo militare, quanto piuttosto di tipo culturale ed economico sotto il profilo della diffusione di strumenti economico-finanziari, con la
distribuzione del reddito attraverso la creazione di posti di lavoro: con le abbazie ed i loro terreni agricoli, con la costruzione delle cattedrali, l'ordine portò sviluppo e lavoro in molte parti dell'Europa medioevale, attraverso un'estesa rete di succursali. Molti governi europei (ed italiani in particolare) ricorsero ai loro servizi per ottenere finanziamenti, per gestire le contabilità e le finanze pubbliche. Le influenze architettoniche templari sono ancora visibili con grande magnificenza a Chartres nei pressi di Parigi e a Londra con la suggestiva Temple Church. Si pensa che l'intera cifra spesa dai templari tra il XII e il XIII secolo sia equivalente alla spesa della Nasa per l'atterraggio sulla Luna. Lo stesso re di Inghilterra portò via circa cinquanta mila sterline
da Temple Church che, in quanto “copia” del Santo Sepolcro era contornata da una certa sacralità ed importanza. E' stato calcolato che intorno al 1180 per mantenere un cavaliere si dovevano avere trecento ettari di terreno che aumentarono a 1500 a causa dell'aumento dei pressi dei cavalli. Nel 1267 un cavaliere posto a guardia di Acri costava novanta livres tournois. Ovviamente il mezzo principale dei templari erano i cavall; nel XIII secolo l'Ordine del Tempio possedeva quattro mila cavalli per seicento cavalieri e duemila sergenti. Il costo del mantenimento di ogni singolo cavallo era enorme in quanto sia il fieno sia l'acqua, di cui la Terra santa era povera, dovevano essere importati dall'Europa con costi altissimi. La mancanza di acqua sarà un elemento decisivo nella sconfitta di Hattin quando la mancanza proprio di rifornimenti idrici fiaccarono
l'esercito crociato e i cavalli. I cavalli, tra l'altro, soffrivano anche il territorio: il caldo, e soprattutto le rocce presenti nel deserto correvano il rischio di creare danni ai cavalli usati anche per lo spostamento di merci. Durante le battaglie si perdevano circa il trenta per cento dei combattenti e ciò obbligava i templari
a rinnovarsi in continuazione ad ogni spedizione: la perdita era calcolata non solo da un punto di vista di quota umana ma anche dal costo degli armamenti e dell'addestramento andato in fumo basti pensare che per ogni soldato che combatteva servivano anche cinque membri non combattenti. Ovviamente per sostenere una tale macchina, mantenerla efficiente e valida, come abbiamo visto, necessitava di una ingente somma
di denaro ma non solo, si aveva il forte bisogno di reperire armi, cibi, animali e vestiario dall'Europa sostenendo ingenti spese per far arrivare il tutto via mare attraverso il mar Mediterraneo. I carichi partivano da Marsiglia e anche da Brindisi e Bari veri e propri avamposti per raggiungere la Terra Santa. Arrivavano in loco legno, ferro, armi, grano, legumi tutti elementi di estrema importanza per vivere in territori assai inclementi. Le magioni in Occidente fornivano un terzo delle entrate all'Ordine anche grazie a tributi straordinari chiamati responsiones alimentati anche, come abbiamo già visto, dalle donazioni che costituivano la principale fonte di accumulo di ricchezze dell'Ordine: venivano donati terreni, case, denaro creando anche dei problemi legali al Tempio che molte volte si era visto attaccare dagli eredi che contestavano la validità
delle donazioni stesse. L'attività di proselitismo era fondamentale per il Tempio che, a differenza di altri ordini,
curava l'aspetto delle loro chiese: promuoveva cerimonie, festeggiamenti anche attraverso una fiorente opera artistica. I conventi templari potevano essere considerati come caserme e anche fortezze in quanto erano luoghi considerati da tutti indistintamente luoghi più che sicuri dove era possibile depositare gioielli, denaro e documenti grazie all'esistenza di forzieri o cassette di sicurezza intestati ad istituzioni o a persone e che potevano essere aperti solamente con una doppia chiave; proprio di questo servizio si avvalse Enrico II il quale consegnò tremila franchi per finanziare la crociata e che furono utilizzati per la battaglia di Hattin nel 1187. Ma era sui prestiti che forse i Templari accumularono le più ingenti ricchezze: la disponibilità di denaro, infatti, metteva in condizione il Tempio di fare prestiti sotto contratto che talvolta prevedeva penali molto salate in caso di insolvenza. Nell'anno 1148 Luigi VII si fece prestare duemila marchi d'argento e trentamila
livres parisis; nel 1216 anche l'abbazia di Cluny richiese mille marchi d'argento; Edoardo I arrivò a chiedere ventottomila libbre. Si sarà notato che queste ricchezze enormi erano incentrate solamente in Europa questo perché non vi erano strutture sicure in Oriente viste le continue battaglie. A volte i templari erano coinvolti come garanti di operazione finanziarie quindi non più come operatori, se vogliamo questo è una sorta
di “promozione” come a dimostrare la serietà ed affidabilità dell'Ordine. In Terra santa i prestiti erano concessi dai banchieri italiani che si rivolgevano al Tempio per poter prestare al proprio cliente del denaro. A Londra, Enrico II depositò nel Tempio di Londra parte del tesoro reale e a Parigi, che era il centro principale dell'attività finanziaria dell'Ordine, il tesoriere di Filippo Augusto era Aymard, templare.

Articolo di Emiliano Amici - www.sguardosulmedioevo.org

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