venerdì 14 settembre 2012

L'ATTACCO AL TEMPIO


Lo schiaffo di Anagni aveva colpito l'Europa intera, Dante compreso che paragona l'attacco francese ad una nuova crocifissione di Cristo. La sede vacante continuava da due anni; nel giugno dell'anno 1305 dieci cardinali, sui quindici che presidiavano il conclave scelsero come successore del controverso Bonifacio, Clemente V, al secolo Bertrand de Got che ben sapeva che era stato scelto non per qualche qualità
intrinseca nella sua figura, ma solo perché era un uomo voluto da entrambe le correnti politiche interne al collegio cardinalizio. Clemente V trovò l'approvazione di Filippo IV e Edoardo I ma poca considerazione in Italia dove si vedeva, e non a torno, il nuovo papa come un burattino nelle mani di un re avaro. Tra
l'altro Clemente rimase sempre in Francia (dando inizio alla Cattività di Avignone) e non si avvicinò mai a Roma questo perché sembra, secondo alcuni studiosi, che Filippo avesse posto delle condizioni alla sua elezione quale Vicario di Cristo: riconciliazione con i colonna e con tutti quelli che avevano preso parte a qualsiasi titolo nell'attacco a Bonifacio VIII, una damnatio memoriae a Bonifacio VIII, nomina di cardinali vicini al re e una ultima clausola importante che probabilmente, si individua nella soppressione dell'ordine dei templari con la successiva avocazione alla Francia di ogni ricchezza. Clemente V fece ciò che il re aveva imposto: revocò la Clericis laicos e la Unam Sanctam e riconcesse gli onori cardinalizi ai due colonna.
In questo periodo iniziano le prime voci che inquinavano irrimediabilmente l'Ordine del tempio ma, almeno in questo primo momento, Clemente non da la necessaria importanza. Come se non bastasse, i mongoli conquistano Ruad proclamandola di fede islamica unitamente alla Cilicia armena. Il 14 novembre Clemente viene incoronato a Lione e due giorni dopo indice una nuova crociata che doveva essere guidata da Filippo il Bello che nel frattempo era in lotta con Edoardo I. In questo senso Clemente decise di donare al Re di Francia, le cui casse erano vuote, una parte delle decime delle entrate della Chiesa di Francia per la crociata e per il re cinque o addirittura sei volte. Data la debolezza del regno bizantino, e la voglia di dominio di Filippo, decise di accontentare il papa con l'obiettivo di riservare al fratello Carlo di Valois l'impero orientale. Filippo insisteva nella fusione degli ordini militari, forse anche per evitare che il suo potere passasse in secondo piano: in questo senso Pierre Dubois, forte sostenitore della corona, scrive il De Recuperatione Terrae Sanctae, in cui si incitava alla crociata con l'obiettivo di stabilire l'egemonia francese sia in Oriente sia in Occidente con l'obiettivo vero e proprio di «distruggere completamente l'ordine dei Templari e annientarlo totalmente». Pur consapevole dei vantaggi che si potevano trarre da una eventuale fusione degli ordini, Jacques De Molay era avverso alla proposta che risale al Concilio di Lione del 1274 e che già Bonifacio VIII respinse caldamente. Era contrario anche perché le nature degli ordini erano differenti ma con un medesimo scopo: se gli Ospedalieri si limitavano a prestare opere di carità, il Tempio era stato fondato per essere una forza militare. In realtà Jacques De Molay era terrorizzato da una eventuale fusione dei due Ordini odiava la fazione ghibellina degli Ospitalieri e sapeva bene che era il Papa che puntava alle ricchezze del Tempio con la fusione e non Filippo il Bello. I due Gran Maestri furono convocati al cospetto del pontefice: De Molay chiese l'intervento del visitatore di Francia Perraud che tuttavia non si presentò e De Molay spedì due proposte al papa: nel primo documento chiedeva che l'impresa fosse sostenuta con una flotta di 15000 cavalieri e 5000 fanti che dovevano essere accolti sulle navi delle Repubbliche Marinare per essere portati in Palestina. Villaret e De Molay furono convocati come rispettivi Gran Maestri degli Ospedalieri e dei Templari per trovare un punto di incontro. L'incontro fu programmato per il primo novembre 1306 ma problemi gravi di salute del papa posticiparono il tutto. De Molay torna in Europa da Cipro tra la fine del 1306 e gli inizi del 1307, Villaret invece, raggiunse Poitier solamente ad agosto. 

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